La nuova vita dei pedagogisti e degli educatori

La recente approvazione della proposta di legge avanzata dall'onorevole Iori circa il riconoscimento e la regolamentazione della figura del pedagogista e dell'educatore (sotto forma di emendamento all'interno della legge di stabilità 2018) segna di fatto ufficialmente l'inizio di una nuova era educativa, e rappresenta un motivo in più per far conoscere a tutti il valore e l'impatto che possono assumere queste due figure professionali nella rete socio culturale odierna.

Perché se è vero che una società si costruisce a partire dalla sua educazione, è pur vero che sino ad oggi in Italia non c'era stato riconoscimento e alcuna forma di tutela per quei professionisti (ad oggi circa 200.000) che in prima persona concretizzano la possibilità di accompagnare l'educando con l'adeguato grado di competenza umana e professionale. 
Si, anche umana, perché la competenza è sempre da intendersi come un duplice binario in cui il professionista sviluppa entrambi i canali: abilità quali empatia, accettazione incondizionata e congruenza rappresentano competenze umane innate, che se non adeguatamente allenate ed equilibrate possono però risultare nocive nel processo educativo.

Sempre di più aumentano le problematicità del mondo giovanile, così come aumentano le difficoltà genitoriali, ed il primo apparato educativo istituzionale (la scuola) non sempre ha nel proprio organico gli strumenti per fronteggiare tutto questo.
Se quando si costruisce un palazzo, le basi non vengono rese realmente solide, il palazzo negli anni comincerà a dar cenni di cedimento, finanche crollare.

Ed è un po' quello che negli ultimi quindici anni è successo nel nostro contesto culturale; è stato come se si fosse attraversato un punto di frattura educativa profonda, che ha evidenziato sempre di più le lacune di un sistema che non era preparato per tutto quello che di nuovo è emerso nella piramide dei bisogni sociali, in quanto dotato di modalità e organizzazioni obsolete e dunque non idonee a dare risposta alle tante domande che l'ambiente ha fatto emergere.
Si è cercato di arrangiare un azione educativa nel qui ed ora con le modalità e gli strumenti di quarant'anni fa. Utilizzando una metafora, sarebbe come pretendere oggi di andare in treno da Roma a Milano in poco più di un ora di tempo, ma con i treni degli anni Sessanta.
Un azione confusa frutto di una confusione nelle qualifiche, nei ruoli e nei confini professionali nel settore della relazione d'aiuto, che negli anni educativi più duri non ha fatto altro che peggiorare le cose.

Chiarire l'ambito e le modalità era dunque necessario come primo step.
Oggi sappiamo che il pedagogista e l'educatore sono colori i quali hanno conseguito i corsi di laurea LM-50, LM-57, LM-85, LM-93 ed L-19, e che questi possono intervenire secondo il loro quadro di competenze in ambito:

a) educativo e formativo;
b) scolastico;
c) socio-sanitario e della salute, limitatamente agli aspetti socio-educativi;
d) socio-assistenziale;
e) della genitorialità e della famiglia;
f) culturale;
g) giudiziario;
h) ambientale;
i) sportivo e motorio;
l) dell’integrazione e della cooperazione internazionale.


Sappiamo anche che, in un autentico e auspicabile lavoro di equipe, dove ogni figura integra il suo intervento a quello di un altro o altri professionisti di diversa preparazione, è possibile strutturare un intervento per la persona più specifico e mirato .Mi viene in mente in questo senso la splendida realtà di equipe anglosassone, dove educatore, psicologo e counselor lavorano a braccetto nella strutturazione dell'intervento alla persona.
 

Insomma, c'è oggi la grande possibilità di poter cambiare e finalmente ristrutturare l'agire educativo territoriale, in un quadro sempre più chiaro e delineato, in cui il professionista educativo sta trovando sempre di più il riconoscimento del valore del suo agire.
Non resta che rimboccarsi le maniche, risvegliare quel sentimento autentico che caratterizza l'agire di chi ha scelto di svolgere la professione di pedagogista o di educatore, e continuare a ricostruire la nostra realtà educativa.
Ricordandosi sempre che per fare bene questo lavoro, non basta avere una pergamena di laurea.




il disegno di legge sulla regolamentazione delle figure del pedagogista e dell'educatore professionale http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/00980756.pdf



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